martedì 22 gennaio 2013

Il club più freddo d'Europa

Brrrr!!
(fonte: thesun.co.uk)

Rovaniemi, Lapponia. Terra di Babbo Natale, aurore boreali, neve (tanta) e villaggi Sámi.

La città, quasi completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale e ricostruita da Alvar Aalto con un progetto che prevedeva le strade disposte secondo una forma a corna di renna, è notevolmente cresciuta negli ultimi anni, tanto che il suo aeroporto è il quarto più trafficato del paese (400.000 passeggeri nel 2011), grazie soprattutto al marketing sviluppatosi attorno al vecchio sporcaccione vestito di rosso, il cui villaggio "ufficiale" si trova a pochi km dal centro.

Ma Rovaniemi è anche calcio. La squadra locale, il RoPS (Rovaniemen Palloseura) è una delle cosiddette formazioni "yo-yo", che "rimbalza" cioè con una certa frequenza dalla prima alla seconda divisione, almeno negli ultimi anni. Nel prossimo campionato giocherà in Veikkausliiga, avendo vinto con parecchie giornate d'anticipo la serie B finlandese. Alle spalle un quarto di finale nella Coppa delle Coppe '87-'88 e una brutta storia di partite truccate, conclusasi nel 2011 con la squalifica di 9 giocatori (7 zambiani e 2 georgiani). Proprio uno zambiano, Zeddy Saileti, a quelle latitudini è una leggenda, avendo giocato in biancazzurro per 16 anni ed essendo diventato il giocatore con più presenze in Veikkausliiga nella storia del club.

Il Sun, recentemente, ha dedicato un servizio a questa squadra, definendola come "il club più freddo d'Europa". E come dargli torto? Allenamenti a -18 °C, giocatori che "bubbolano", e stranieri provenienti da paesi con climi ben più miti (Nigeria, El Salvador) che, come dice l'intervistato nel servizio, ci mettono due o tre settimane prima di capire dove si trovano.

Anche qui, naturalmente, ci sono impianti indoor dove poter giocare ed allenarsi senza troppi patemi. Ma intanto, anche se la Coppa di Lega è già iniziata, fino al 20 febbraio la squadra non ci pensa nemmeno, a giocare in casa. Meglio aspettare il disgelo. Poi, ad aprile, caccia alla salvezza. Per evitare che Babbo Natale, a fine anno, porti un nuovo "yo-yo".

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