giovedì 12 novembre 2015

Intervista esclusiva a Marco Baruffato, allenatore dell'Ilves Tampere !

 Marco Baruffato, allenatore dell'Ilves Tampere (foto ilvesjalkapallo.fi)


La stagione calcistica in Finlandia è appena terminata. Non sto a riepilogarvi cosa è successo, dato che i nostri fan sanno bene tutte le vicissitudini accadute, avendoci seguito con passione sulla pagina Facebook di Calcio Finlandese, che ha oltrepassato i 500 "mi piace" (kiitos!).

Quello che forse non tutti sanno è che c'è un allenatore (italiano) il quale, nelle ultime giornate di campionato, si è ritrovato a guidare nientemeno che una formazione di serie A, lo storico Ilves di Tampere. Una squadra ripescata dalla seconda divisione, ma che è riuscita a conquistarsi sul campo una miracolosa salvezza.

Il protagonista di questa storia si chiama Marco Baruffato; Calcio Finlandese lo ha contattato e il mister ci ha rilasciato questa bella intervista. Buona lettura!

Buonasera, mister, e grazie per la sua disponibilità!

Diamoci pure del "tu"; una delle buone cose della Finlandia è che non si dà del "lei" e si saluta sempre dicendosi "ciao"!

Ok, allora ricomincio: ciao mister, e grazie per la tua disponibilità! Cominciamo l'intervista parlando un po' di te, della tua carriera e di come sei finito in Finlandia.

La mia carriera è iniziata quando avevo 25 anni nel Varese Calcio come preparatore atletico del settore giovanile, poi tanta gavetta fino ad approdare in prima squadra. Sono rimasto a Varese per quasi 20 anni, lavorando fianco a fianco con allenatori come Mario Beretta e Devis Mangia, poi per problemi personali ho dovuto rinunciare al professionismo e sono ripartito dalla Seconda Categoria, con la Vergiatese. Tre promozioni consecutive fino all'Eccellenza, dove siamo arrivati quinti e non sono stato confermato. Poi Solbiatese, Insubria, e alla fine mi sono trasferito in Finlandia. Il motivo? Non ce n'è stato uno in particolare, diciamo che è stata la somma di più fattori. Vivevo anni difficili, di frustrazione, perché in Italia non mi veniva riconosciuta la professionalità e la serietà che mettevo nel lavoro. Mi ritrovavo in ambienti dove spesso e volentieri molti "venditori di fumo" ottenevano più di me, pur adottando comportamenti scorretti. Ammetto che trasferirsi è stato un salto nel buio, perché ho venduto la casa, preso moglie e figli e sono venuto a Tampere su due piedi senza sapere nulla di nulla.

Caspita! E poi cos'è successo?

Ho fatto una ricerca su internet e ho visto che l'Ilves, pur disputando la seconda divisione, era una società affidabile e quindi mi sono presentato presso i loro uffici. E' andata bene, perché ho lasciato il mio curriculum alle 11 di mattina e mi hanno richiamato alle 3 del pomeriggio offrendomi un contratto! Posso dire di aver allenato praticamente tutti i tremila tesserati dell'Ilves, perché ho iniziato dal settore giovanile e davo una mano sia a livello maschile che femminile, poi nel giro di due stagioni e mezzo sono arrivato in prima squadra.

Una bella storia, senza dubbio. Che rapporto hai con la Finlandia e i finlandesi?

Questo paese mi piace tantissimo. Tampere è una città stupenda e basta uscire di pochi km dal centro per immergersi in una natura incontaminata. All'Ilves sto molto bene, mi hanno accolto come in una famiglia e con i tifosi non ho alcun problema. So che è difficile da comprendere, ma qui anche se perdi 7-0 in casa esci comunque tra gli applausi, perché ti viene riconosciuto l'impegno che metti in campo e durante la settimana. E' chiaro che c'è anche l'altra faccia della medaglia, vivere in Finlandia non è semplice perché si tratta di un paese molto conservatore, dove spesso è complicato integrarsi. Devo comunque dire che, sotto questo aspetto, sono stato fortunato perché i finlandesi hanno un'adorazione particolare per l'Italia e, in generale, per tutto ciò che è italiano. Tranne la politica, quella proprio non la capiscono. Anzi, si può dire che la odiano. Soprattutto Berlusconi! (Ricordate la gaffe con l'allora presidente della Repubblica Tarja Halonen e la conseguente "Pizza Berlusconi"? ndr)

Li posso capire, a volte la nostra politica non la comprendiamo nemmeno noi italiani.
Torniamo alla Finlandia, un paese poco popolato ma dove si fa molta attività fisica. Qual è il rapporto di questa nazione con lo sport?

Le strutture sono all'avanguardia in ogni ambito, e lo Stato in primis è consapevole che un popolo "in forma" è più produttivo e costa meno, in termini di assistenza sanitaria e non solo. "Mens sana in corpore sano", qui si applica al cento per cento. Ci sono attrezzature da fantascienza, a cominciare dalle scuole; tutto deve ruotare intorno alla persona e al suo benessere. E poi i finlandesi sono costantemente alla ricerca di nuove metodologie e nuove discipline. Adesso, ad esempio va di moda uno sport che è una via di mezzo tra il frisbee e il golf!

E per quanto riguarda il calcio?

Non essendo il primo sport nazionale può capitare di andare a giocare in stadi con tribune in legno, senza recinzioni e con spogliatoi "artigianali", ma ti viene comunque garantita la possibilità di svolgere il tuo lavoro, e non è cosa da poco.

Direi proprio di no. Scendiamo ora più nel dettaglio della stagione dell'Ilves. Dal ripescaggio alla salvezza, davvero niente male!

Premetto che in Finlandia basta un solo euro di debito per vedersi rifiutare l'iscrizione al campionato. Per questo motivo Mypa e Honka non sono state ammesse, pur non avendo eccessive irregolarità finanziarie; questo ci ha permesso di essere ripescati, nonostante fossimo arrivati terzi in seconda divisione e la società aveva oramai allestito il budget per affrontare quel campionato. Ritrovandoci in Veikkausliiga, tuttavia, non è stato cambiato nulla né a livello di programmazione né di giocatori, e questo dà ulteriore valore a ciò che siamo riusciti a fare. Ci siamo guadagnati la salvezza soprattutto dopo aver inanellato una serie di buoni risultati tra luglio e agosto, poi i primi di ottobre...

I primi di ottobre è successo quello che è successo con Armstrong! Che idea ti sei fatto di questo incredibile episodio?

Io ho saputo tre settimane prima della partita con il SJK che lui non sarebbe venuto, di conseguenza ero più che certo che lui e la società fossero d'accordo sulla sua assenza. A quanto pare così non era, di conseguenza dopo il suo esonero la squadra è stata affidata a me. Intendiamoci, io con Armstrong mi sono trovato molto bene, poi essendo entrambi stranieri parlavamo un sacco di tecnica e di tattica. Ritengo comunque abbastanza inconcepibile che un tecnico non si presenti ad una gara di campionato della sua squadra per andare a commentare la Premier League in televisione.
Vedremo cosa succederà l'anno prossimo, non sarà facile ripetersi ma come sempre daremo il massimo. Non ho avuto ancora il tempo di parlare con il nuovo tecnico (si tratta di Jarkko Wiss ndr) ma sono certo che lavoreremo bene insieme.

Qual è il tuo pensiero generale sul calcio finlandese?

Dopo un periodo di crisi sembra che si stia riprendendo, e credo che questo sia dovuto al fatto che molti campioni finlandesi, una volta terminate le loro carriere, sono tornati in patria per ricoprire ruoli importanti e far valere la loro esperienza internazionale. Penso a gente come Sami Hyypiä, Hannu Tihinen e Jari Litmanen. Di contro c'è sempre il solito problema, la Finlandia non è molto aperta alle innovazioni, spesso si va a cozzare contro mentalità chiuse e questo comportamento non aiuta. Fortunatamente l'Ilves non fa parte di questa categoria, sa che se vuole crescere deve mettere il naso fuori dalla Finlandia e questo rientra nei miei compiti perché in società, oltre all'allenatore in seconda, ricopro anche il ruolo di responsabile del progetto di sviluppo internazionale e sono in contatto con società in tutta Europa per assistere ai loro allenamenti con alcuni nostri tecnici, vedere come vengono programmate le varie attività e anche portare alcuni nostri ragazzi.

A proposito di ragazzi, uno di questi è Lauri Ala-Myllymäki, classe 1997, autentica rivelazione della stagione.

Lauri mi piace molto, spero davvero che qualche società gli conceda l'opportunità di un provino ma non è semplice perché, quando all'estero si sente parlare di Finlandia, non tutti sono interessati a vedere quanto di buono c'è a livello calcistico in questo paese. Il vento comunque sta cambiando e ritengo che, nel giro di qualche anno, le nuove leve (soprattutto i ragazzi del 2004 e 2005) si faranno rispettare, stanno lavorando benissimo e diranno la loro sia a livello nazionale che internazionale.

Il futuro di Marco Baruffato sarà ancora in Finlandia?

Io sono una persona all'antica, sono sentimentalmente legato all'Ilves perché sono stati i primi a offrirmi un impiego, quindi finché l'Ilves vorrà e ci saranno i presupposti continuerò a lavorare per loro. Il mio contratto, poi, prevede determinati compiti perché sono assunto a tutti gli effetti come dipendente.

Veramente? E com'è la tua giornata-tipo?

Faccio le mie 8 ore al giorno. Dalle 7.30 alle 9.30 sono subito in campo per un allenamento con i giocatori più talentuosi di tutte le società di Tampere, poi vado in ufficio per lo sviluppo del progetto internazionale che prevede gemellaggi, ricerca di tornei dove poter iscrivere le nostre squadre e anche l'organizzazione del nostro torneo, nello scorso agosto si è disputata la prima edizione ed è andato decisamente bene. Dalle 13.00 alle 15.00 faccio un po' di propaganda nelle scuole e negli asili, si tratta sostanzialmente di far giocare a calcio i ragazzi delle varie classi per cercare di farli appassionare a questo sport. Infine, alle 16.00, corro allo stadio per l'allenamento con la prima squadra che gestirò fino al prossimo 1° gennaio, quando partirà il contratto di Wiss.

Non mi sembra di vedere molta Italia nei tuoi progetti futuri...

Sono fiero di essere italiano e non rinnego assolutamente il mio passato. Tuttavia, considerati i motivi che mi hanno spinto ad intraprendere l'avventura qui in Finlandia e che ti ho spiegato prima, non vorrei rivivere tutto daccapo: lavorare in ambienti dove non mi trovo bene, dove tutto ruota intorno al Dio denaro, dove c'è troppo stress e troppa poca meritocrazia. La voglia di tornare c'è ma deve valerne la pena  Ho una moglie, tre figli e "sradicarli" nuovamente deve avere il suo tornaconto, non solo economico.

Un'ultima domanda: cosa pensi del blog e della pagina Facebook di "Calcio Finlandese"?

La ritengo un'ottima idea perché mi sono reso conto che molti italiani sono interessati a quello che succede da queste parti. Il fatto che poi la pagina sia molto seguita è decisamente positivo!

Grazie mille Marco per la tua cortesia e per la bellissima intervista!

Di nulla, è stato un piacere! Speriamo di incontrarci presto a Tampere!

1 commento:

  1. Molto affascinante questa storia e complimenti a Marco Baruffato per il coraggio prima e sicuramente anche per le capacità perchè in poco tempo si è costruito una posizione importante all' interno del Club.https://aldonicoliniallenatore.wordpress.com/

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