Giovedì scorso le
nazionali di Islanda e Finlandia si sono affrontate in una gara valida per le
qualificazioni ai mondiali del 2018. Sappiamo tutti com'è finita (3-2 per
l'Islanda quando, fino all'89', era la Finlandia a condurre 2-1), ma al di là
del risultato questa è stata l'occasione per contattare i nostri
"colleghi" del blog (con
annessa pagina Facebook)
"Calcio Islandese e Faroese". Ne è uscita una gran bella intervista,
che riporto integralmente qui sotto. Buona lettura!
I nostri Blog sono stati
avversari per la seconda giornata di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018.
È stata una gara molto divertente, che l’Islanda è riuscita a portare a casa
nei minuti finali. Come avete visto l’Islanda in questo match e, più in generale,
riuscirà secondo voi a ripetere l’exploit dell’europeo qualificandosi anche per
il mondiale?
Giovedì è stata
sicuramente una bella serata al Laugardalsvöllur. I ragazzi sono entrati in
campo nella giusta maniera e cercando di tenere un buon possesso palla.
Nonostante ciò, la Finlandia è stata brava nell’aspettarci e nello sfruttare la
prima grande occasione che ha avuto nel match. Probabilmente gli unici due
errori che abbiamo commesso sono stati nelle due reti subite; errori più di reparto
che di singoli giocatori, ma stiamo lavorando bene in questi giorni e siamo
pronti a non commetterli nuovamente in futuro. Il secondo gol è stato, comunque,
un po’ fortuito, e certamente non possiamo prendere un goal del genere e lo
sappiamo bene. Tuttavia, siamo stati bravi nel crederci fino alla fine. Le
partite durano 95 minuti ed è un tempo più che sufficiente per poter portare a
casa il bottino pieno. Più in generale, siamo molto contenti per la prestazione
della squadra e per il ritorno di Björn Bergmann Sigurðarson nel gruppo.
Mancava ormai dal 2012 e nonostante la sua convocazione sia stata accolta con
un po’ di malumore, è stato bravo Heimir Hallgrímsson che ha deciso di inserirlo
tra i titolari per farlo sentire importante, come è giusto che sia. Le possibilità
di qualificarci ai Mondiali, dopo aver partecipato agli Europei, chiaramente ci
sono tutte. Il gruppo è cresciuto molto in termini di esperienza, anche con le
rispettive squadre di club dove i ragazzi giocano tuttora. Allo stato attuale
siamo completamente concentrati su questo girone di qualificazione e se
vogliamo continuare a far parlare di noi e a rendere orgogliosa la gente
islandese, abbiamo una sola strada da percorrere. Il girone è molto
equilibrato: il Kosovo è una nazionale che ha buoni elementi a disposizione,
noi conosciamo bene Avni Pepa che gioca nell’ÍBV, la Finlandia l’abbiamo appena
affrontata, la Turchia l’abbiamo vista anche nelle precedenti qualificazioni e ha
aggiunto al gruppo dei giovani molto forti, Emre Mor su tutti. L’Ucraina, che abbiamo
affrontato nella prima gara, è una nazionale sempre molto difficile da
affrontare e la Croazia è ormai annoverata tra le grandi. Sarà un girone che
probabilmente si deciderà nelle ultime giornate, se non proprio nell’ultima.
I punti di forza dell’Islanda sono gli stessi che abbiamo visto agli ultimi Europei? O c’è dell’altro che ancora non sappiamo della formazione di Hallgrímsson e che magari ci verrà svelato nei prossimi match? Qualche giovane in rampa di lancio, magari, oppure delle nuove innovazioni tecnico-tattiche…?
L’Islanda ha una propria mentalità e un’identità di gioco ben definita. Sicuramente contro squadre che tendono a chiudersi, cercheremo di avere più possesso palla rispetto al passato, ma noi siamo una nazionale che entra in campo prevalentemente per lottare. Due giocatori molto importanti nello scacchiere tattico di Heimir Hallgrímsson, sono i due attaccanti Kolbeinn Sigþórsson e Jón Daði Böðvarsson. Il primo fa un lavoro di sponda molto importante, protegge e difende bene la palla ed è molto utile negli inserimenti dei centrocampisti, Gylfi Þór Sigurðsson in particolare. Il secondo è il classico giocatore che agli osservatori neutrali potrebbe non piacere, ma che è di vitale importanza. Il suo ruolo in campo è quello di correre per tutta la durata del match senza mai fermarsi, girare intorno a Kolbeinn Sigþórsson, tornare in difesa ad aiutare i compagni e fare a sportellate non solo con i difensori avversari, ma con qualsiasi giocatore si ritrova di fronte. Il cosiddetto “lavoro sporco” di Jón Daði Böðvarsson, ci permette di essere sempre in superiorità numerica nelle varie zone del campo, dove si concentra il gioco. Tuttavia, Kolbeinn Sigþórsson non è stato convocato in queste gare di qualificazione ai Mondiali perché ha ancora dei problemi al ginocchio, ed è stato costretto a saltare anche la precedente sfida con l’Ucraina. Jón Daði Böðvarsson è stato convocato, ma ha ancora qualche problema, non a caso ha saltato il match con la Finlandia.
Con i giovani siamo messi molto bene. Martedì abbiamo una sfida cruciale contro l’Ucraina, per le qualificazioni agli Europei del prossimo anno in Polonia. Anche Eyjólfur Sverrisson sta facendo un grande lavoro, è stato un giocatore molto importante della nazionale e tutta la sua esperienza può solo far bene ai ragazzi. Alcuni di loro sicuramente troveranno posto nella nazionale maggiore, mentre per altri ci sarà il solito problema che tutti i CT vorrebbero avere. L’Islanda dall’esterno viene vista con sorriso per via dei suoi “pochi” abitanti, quindi la domanda che tutti si fanno è: come è possibile trovare tanti bravi giocatori per formare una nazionale competitiva? C’è da dire che Heimir Hallgrímsson può contare su un gruppo di almeno 35 – 40 validi calciatori, oltre a coloro che vengono puntualmente convocati, che farebbero sicuramente al caso di molte selezioni di altri paesi. Se pensiamo che Viðar Örn Kjartansson non è stato convocato per gli Europei, come Haraldur Björnsson, Solvi Geir Ottesen Jonsson, Hólmar Örn Eyjólfsson, Hallgrímur Jónasson, Ólafur Ingi Skúlason, Rúrik Gíslason o giocatori come Kristinn Jónsson e Diego Johannesson Pando o Björn Daníel Sverrisson e Kristinn Steindórsson o Matthías Vilhjálmsson e Arnór Smárason, che non entrano quasi mai nel gruppo, se non per le varie tournée invernali, rende l’idea del valore dei soliti noti che vengono puntualmente chiamati in causa. Sicuramente nell’Under21 ci sono giocatori che faranno al caso della nazionale maggiore come i quattro di difesa, Oliver Sigurjónsson a centrocampo o Elías Már Ómarsson e Albert Guðmundsson in attacco, senza trascurare i tre portieri, ma è sempre complicato fare delle scelte.
La federazione islandese (KSÍ) ha fatto un lavoro incredibile per far crescere il movimento calcistico nel paese, culminato con la qualificazione ai quarti di finale di Euro 2016, e anche le squadre giovanili non sono da meno (l’under-21 è prima nel suo girone di qualificazione all’europeo di categoria). Raccontateci brevemente i principali interventi svolti in questi ultimi anni nel paese, sia in termini tecnici che logistico/organizzativi.
La federazione calcistica islandese ha fatto un grande lavoro negli ultimi anni. Una prima svolta ci fu negli anni ’90 quando uno studio rivelò i problemi di alcolismo e tabagismo nella maggior parte dei giovani locali. Da qui l’idea di puntare sullo sport per debellare le due piaghe sociali. Nel 2002, sull’isola c’era un solo campo da calcio coperto. Oggi l’Islanda può contare su undici campi al coperto riconosciuti ufficialmente dalla federazione, campi dove sono nati calcisticamente parlando i vari Gylfi Þór Sigurðsson e Kolbeinn Sigþórsson, oltre a venti campi sintetici e più di cento campi da calcetto, costruiti in tutto il paese. Proprio in questi giorni, all’Egilshöll si è allenata la nazionale e si è disputato un match molto divertente tra le tifoserie organizzate dell’Islanda e della Finlandia, che oltretutto ha visto vincere i padroni di casa anche qui, per sei reti a uno. Le strutture di qualità, naturalmente, sono state affiancate da una formazione molto accurata. Gli allenatori per poter fare il loro lavoro in Islanda, devono avere la licenza Uefa B, e attualmente sono circa 700 ad averla e sono tutti ben pagati. Non a caso, se vuoi avere un confronto sul calcio giovanile in Islanda con la gente del posto, in molti arriveranno prima o poi a dirti che ci sono più possibilità che un bambino sia allenato da tecnici professionisti in Islanda, rispetto ad un qualsiasi altro stato al mondo. La passione e l’orgoglio degli islandesi hanno poi fatto il resto. Recentemente, Geir Þorsteinsson ha ricevuto un’offerta dalla EA Sports per introdurre la nazionale islandese all’interno di FIFA17, ma è stata immediatamente rifiutata e giudicata ridicola. Un’offerta troppo bassa non avrebbe portato alcun beneficio all’interno della federazione e un prodotto che funziona così bene, come quello islandese, non poteva essere ceduto “gratis” secondo il presidente della KSÍ.
Come avete visto dall’esterno la nazionale finlandese che avete affrontato giovedì? Credete che in futuro possa qualificarsi ad una fase finale di una grande competizione?
La nazionale finlandese ha grandi individualità all’interno della propria rosa. Ha giocatori di grande esperienza come Lukáš Hradecký e un signor difensore come Niklas Moisander, che ha vestito maglie molto importanti in Olanda e che ha giocato in Italia con la maglia della Sampdoria, Teemu Pukki è un attaccante per certi versi simile al nostro Alfreð Finnbogason, per non parlare della stella del futuro, ma sicuramente anche del presente, Joel Pohjanpalo. Giovedì ci aspettavamo qualcosa in più dalla Finlandia, ma nel complesso non si può dire nulla ad una squadra che fino a pochi istanti dal termine si trovava in vantaggio contro una nazionale che non perde tra le mura amiche dal 2013. Probabilmente sì, anche la Finlandia arriverà a qualificarsi per una manifestazione importante, Europei o Mondiali che siano. Tra l’altro, ci sono nuove regole per la qualificazione agli Europei, e in più verrà introdotta la Nations League che potrebbe aiutare in questo senso.
In Finlandia il calcio non è lo sport principale, soppiantato da altre discipline come l’hockey su ghiaccio. In Islanda invece, complici anche gli ultimi risultati, si è creata un’empatia incredibile tra la nazionale e l’intera popolazione. Come potete spiegarci questo incredibile fenomeno sociale?
In Islanda la nazionale di calcio, ma anche di qualsiasi altro sport, è vissuta come più di una semplice selezione. La gente tratta i propri beniamini come degli eroi nazionali, i Tólfan (sostenitori della nazionale islandese che in italiano significa “dodici” ed è facile intuire il motivo della scelta di questo nome) seguono l’Islanda in ogni parte del mondo e crediamo che in Francia un po’ si sia visto tutto l’affetto per i nostri colori. Lo sport nazionale fino a poco tempo fa era la pallamano. Chissà, forse lo è ancora, forse lo è il calcio. Noi un’idea ce la siamo fatta: l’Islanda non ha un vero e proprio sport nazionale. Tutti gli sport, maschili e femminili, sono ormai molto seguiti ed è molto semplice reperire notizie di ogni tipo. Sicuramente il calcio, la pallamano e il basket hanno grande rilevanza all’estero, ma anche nella pallavolo si iniziano a intravedere buoni risultati e persino nelle freccette! Ebbene sì, la squadra nazionale islandese di freccette è stata impegnata nella WDF Europe Cup 2016, nel girone che comprendeva anche Germania, Malta e Lussemburgo. Per concludere, i calciatori stranieri che vengono in Italia, soprattutto i sudamericani, considerano il campionato italiano come l’università del calcio. Dunque converrai con noi che niente ci impedisce di etichettare l’Islanda come l’università dello sport.
Credete che il modello-Islanda possa essere replicato anche per gli altri paesi del nord Europa (Danimarca, Norvegia etc.), attualmente abbastanza in difficoltà a livello di squadre nazionali?
Ci vuole grande programmazione, voglia di non arrendersi mai e tanto tanto entusiasmo. Questi sono in realtà i nostri piccoli segreti. Credo che anche Danimarca e Norvegia, restando nella nostra Scandinavia, o qualsiasi altro stato al mondo possa replicare il nostro “modello”. Alla base di tutto, però, deve esserci quanto detto poco fa. Tuttavia, sarebbe un sogno per tutti noi, assistere un giorno ad un campionato europeo e/o mondiale con tutte le nazionali scandinave partecipanti. Obbiettivo dichiarato, oltre che semplice sogno.
Se la nazionale va alla grande, le squadre di club islandesi stentano ancora ad affacciarsi alle fasi a gironi delle competizioni UEFA. Ritenete che questo gap possa colmarsi negli anni a venire oppure ci aspettano altre eliminazioni nei turni preliminari?
Nel 2014 lo Stjarnan è andato molto vicino alla qualificazione alla fase a gironi di Europa League, venendo eliminata dall’Inter nei playoff, anno in cui vinse uno storico campionato da imbattuto. Sicuramente è l’ultimo step che l’Islanda, più che altro i vari club islandesi, devono compiere in questi anni e crediamo che presto potrebbero riuscirci. Confrontandoci anche con diversi esponenti del calcio islandese, Il problema principale è che sull’isola non c’è un vero e proprio campionato professionistico. I migliori giocatori, tra l’altro, vanno a giocare all’estero in campionati più competitivi e questo crea delle difficoltà nelle società, che comunque sono consapevoli di questo “rischio”. La Pepsideild è diventata sempre più equilibrata in questo periodo ma magari, malgrado questi “problemi”, per vedere una squadra islandese alla fase a gironi di una delle due competizioni europee, potrebbe mancare meno di quanto in realtà ci aspettiamo.
Cosa ha spinto dei ragazzi italiani ad aprire un blog sul calcio islandese e faroese e quanti sono i collaboratori che fanno parte della redazione?
Il blog inizialmente è nato come un semplice passatempo estivo: agli esordi si occupava soltanto del massimo campionato islandese (Pepsideild), e delle competizioni internazionali riguardanti club e nazionali islandesi. Successivamente, il blog si è aperto anche alla seconda divisione islandese (Inkassodeild) e al campionato faroese (Effodeildin). Pian piano sono aumentati quindi anche gli articoli da scrivere e le squadre da seguire. Adesso abbiamo definitivamente introdotto un'ulteriore novità, ovvero il calcio femminile. Tra l’altro le nostre due nazionali Under19 si sono affrontate recentemente con la Finlandia, poiché erano nello stesso girone di qualificazione agli Europei di categoria, che comprendeva anche il Kazakistan. Rispetto agli esordi, ciò che non è mai cambiato è la passione che ci anima. Potremmo dire che oltre a essere un sito è un punto di riferimento. Siamo cinque ragazzi che lavorano costantemente per fornire il maggior numero di notizie agli appassionati lettori che ci seguono. La nostra redazione è come una piccola grande famiglia composta da Francesco Cositore, che è il fondatore, Fabio Quartino che è recentemente diventato papà (ancora tanti auguri!), Mattia Giodice, Giuseppe Emanuele Frisone e Cristiano Romanelli. Oggi siamo un bel team che si diverte raccontando (e racconta divertendosi) il calcio islandese e faroese dando uno sguardo anche a quello groenlandese per motivi di vicinanza geografica, ma non solo.
Quali sono i vostri sogni e le vostre speranze per il futuro, a breve e lungo termine?
Il nostro sogno è sicuramente augurarci che i nostri followers ci continuino a seguire con tutto l’entusiasmo e la passione che ci dimostrano ogni giorno. La nostra più grande vittoria è vedere come e quanto viene apprezzato il “lavoro” che facciamo tutti i giorni e speriamo che siano sempre contenti di come gestiamo il Blog. È bello vedere che molti lettori hanno stretto delle amicizie tra loro proprio grazie a noi. Abbiamo un discreto pubblico anche in Islanda e nelle Fær Øer, quindi niente potrebbe andare meglio in questo senso. Con le nostre nazionali abbiamo diversi sogni. L’essere umano vive di sogni e non c’è niente di più bello che sognare di poterli realizzare. Ci piacerebbe a breve termine, ragionando sui prossimi due anni, vedere almeno una squadra islandese in una delle due competizioni europee. Sogno condiviso per le squadre faroesi. Cercare di fare un buon europeo con la nazionale islandese femminile e le possibilità ci sono tutte, dato che sicuramente quella di Freyr Alexandersson è la nazionale più forte di sempre e, possibilmente, superare la fase a gironi con la nazionale maschile islandese Under21 agli Europei di categoria, se dovesse qualificarsi come tutti ci auguriamo per Poland 2017.
Con la Nazionale maggiore, qualificarsi ai Mondiali 2018 è
l’obbiettivo ormai dichiarato da tutti.
Per la nazionale faroese, il nostro sogno è riuscire a totalizzare
più di tredici punti nel girone e dare quanto più fastidio possibile alle
“grandi”.
Ragionando a lungo termine, ci piacerebbe un giorno seguire le varie
nazionali islandesi e faroesi in ogni categoria e i club dalla Pepsideild e
dall’Effodeildin in giù, tutti insieme da vicino. Vedere ammessa la nazionale
groenlandese alla UEFA e alla FIFA. Continuare a crescere insieme, realizzare
dei progetti per il Blog a cui stiamo pensando in questi giorni e naturalmente
vincere qualcosa di importante a livello internazionale.
Siamo anche
molto romantici, dunque il più grande sogno in assoluto che ci piacerebbe
realizzare, non così tanto difficile in realtà, è qualcosa che Paolo Condò ha
detto durante Euro2016, dove noi non possiamo non condividere: Eiður Smári che
lascia la nazionale islandese per far posto a suo figlio, Sveinn Aron. La
storia si ripeterebbe, di padre in figlio.
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