Domenico Pardo (a sinistra) festeggia il titolo vinto dal SJK insieme a Marco Matrone,
giocatore italo-finlandese ora in forza all'Ilves
giocatore italo-finlandese ora in forza all'Ilves
Tempo fa mi sono imbattuto in un video dove la curva del SJK cantava festante, dopo che la squadra di Valakari aveva vinto il titolo. Tutto mi sarei aspettato di sentire, tranne un ragazzo che urlava in italiano "I campioni di Finlandia siamo noi!".
Quel ragazzo si chiama Domenico "Miko" Pardo, vive e lavora a Seinäjoki e ci ha concesso questa intervista davvero molto interessante, da leggere tutta d'un fiato!
Ciao Domenico, e grazie per aver accettato la nostra proposta! Cominciamo con una tua breve biografia e spiegaci come mai vivi in Finlandia.
Sono arrivato in Finlandia quasi due anni fa, nel luglio del 2014. La mia fidanzata (e futura moglie) è di nazionalità ungherese: vivevamo insieme a Reggio Calabria, la mia città natale, ma ha ricevuto un'offerta di lavoro interessante proprio dalla Finlandia ed ha iniziato a fare il medico qui a Seinäjoki. Possiamo dire che mi sono gettato in questa avventura per ragioni di cuore!
Sono arrivato in Finlandia quasi due anni fa, nel luglio del 2014. La mia fidanzata (e futura moglie) è di nazionalità ungherese: vivevamo insieme a Reggio Calabria, la mia città natale, ma ha ricevuto un'offerta di lavoro interessante proprio dalla Finlandia ed ha iniziato a fare il medico qui a Seinäjoki. Possiamo dire che mi sono gettato in questa avventura per ragioni di cuore!
Qual è stata la tua prima impressione di questo nuovo paese?
All'inizio non è stato semplice: Seinäjoki non è una metropoli, non è Helsinki: pochi locali, poca gente per strada. E poi clima e cibo decisamente "in contrasto" con il sud Italia da cui provengo! Ma una volta che sei dentro il tessuto sociale, cambia tutto. Si può dire addirittura che, parlando di rapporti umani, sia una città molto "calda"! Ho iniziato, come tutti gli stranieri che arrivano in Finlandia, a frequentare i corsi di lingua finanziati dallo Stato. Nonostante la famigerata difficoltà della lingua finlandese, sono riuscito ad ottenere ottimi risultati in breve tempo, proprio perché ritengo la comunicazione una tappa fondamentale per l'integrazione in un paese straniero. Ed anche se una buona parte della popolazione finlandese parla perfettamente inglese, comunicare nella loro lingua ti apre le porte ad amicizie, contatti e vita lavorativa. Infatti ho ricevuto un'offerta di lavoro come insegnante di italiano (in Finlandia esistono strutture statali chiamate "Kansalaisopisto", dove è possibile studiare lingue, musica, teatro, cucina ecc.). Con grande sorpresa, ho scoperto che i finlandesi amano la nostra lingua, cultura e tradizioni: essere italiani da queste parti è sicuramente (e per fortuna!) un vantaggio! Oltre a studiare finlandese e ad insegnare italiano, lavoro anche nelle scuole primarie come aiuto insegnante; i bambini offrono sempre grandi soddisfazioni, donano entusiasmo e ti aiutano molto a farti comprendere il funzionamento di una società nuova.
Parole sacrosante! Ora però parliamo di calcio: com'è nata la tua passione?
Ho iniziato a seguire la Reggina, la squadra della mia città, sin da piccolo. Andavo allo stadio assieme ai miei zii, negli anni '80, e ricordo i derby "roventi" contro il Messina. La passione è aumentata con gli anni e sono riuscito a godere pienamente della più grande gioia per i tifosi amaranto, ossia la promozione in serie A il 13 giugno del 1999. Momenti indimenticabili, vissuti sempre in curva e molto spesso in trasferta, dalla serie C alla serie A, da gioie incontenibili come lo spareggio di ritorno a Bergamo contro l'Atalanta, a dolori come la sconfitta interna contro l'Hellas Verona (ed il goal all'88' di Cossato, che ci ha condannati alla serie B). Il fallimento della società e la retrocessione tra i dilettanti rappresentano ancora ferite aperte, per me e per tutti i miei concittadini.
Un vero ultrà, insomma! E a Seinäjoki come hai fatto a diventare uno dei "membri" della curva?
Il movimento ultras in Finlandia è acerbo, gli impianti sono piccoli e l'atmosfera è freddina (in tutti i sensi!). Da questo punto di vista mi ritengo fortunato, perché sono andato la prima volta allo stadio quasi per scherzo, e durante l'intervallo sono stato subito invitato dagli ultras locali del SJK a vedere la partita con loro. La curva del SJK è molto particolare: non vi sono solo finlandesi, ma anche inglesi, scozzesi ed altri stranieri che vivono e lavorano qui. All'inizio comunicavo in inglese poi, con l'aumentare delle mie conoscenze linguistiche, sono riuscito ad entrare in contatto con tutti i ragazzi della curva (il nome del gruppo è "Klopit", che in gergo stradaiolo finlandese significa "Ragazzi"). Fondamentale per me è stato l'incontro col capo degli ultras: si chiama Lari Paski ed è un 40enne con alle spalle una grande esperienza curvaiola ed in generale calcistica. Segue tutti i più importanti campionati, sia d'Europa che del mondo, ama il calcio ed il mondo ultras in tutte le sue forme più variopinte. La sua passione e la sua profonda conoscenza hanno dato il "la" alla mia avventura in curva qui a Seinäjoki; oramai posso annoverarlo fra i miei migliori amici ed è grazie a lui che sono entrato in questo mondo dalla "porta principale"! Da quel momento ho partecipato sempre più attivamente alle partite (sia in casa che in trasferta) e ho avuto la fortuna di assistere alla vittoria del primo storico scudetto per questa formazione di provincia, che ha saputo battere tutti i record nel giro di poco tempo (infatti milita nella massima serie da solo 2 stagioni). Voglio anche citare, come curiosità, gli incontri molto importanti con due giocatori: Mehmet Hetemaj, che ha militato qualche anno fa nel campionato italiano, ed in particolare nella mia Reggina, e Marco Matrone, giocatore di passaporto finlandese ma di chiare origini italiane.
Che cosa pensi del movimento calcistico finlandese? E in particolare, della squadra della tua nuova città, che grazie allo scudetto appena conquistato si candida ad essere una delle società più importanti del paese (anche con la costruzione del nuovo stadio)?
Parto con una battuta. Quando un italiano segue il calcio finlandese è fondamentalmente per due ragioni: o vive in Finlandia o ha qualche rotella fuori posto! (nel mio caso, la seconda! ndr)
Ovviamente si fa per ridere, ma la verità è che il primo approccio non è di certo facile. La qualità del gioco e dei nomi che scendono in campo non è delle più alte, anche se nel SJK militano calciatori che sicuramente sono di livello più "europeo", come ad esempio il portiere estone Mihkel Aksalu e Roope Riski. Lo stadio nuovo, costruito in tempi record, verrà inaugurato a giugno e sarà un'ulteriore molla per lo sviluppo di tutto il movimento calcistico finlandese. La crescita decisiva deve però passare, per forza di cose, anche dal team nazionale, ancora molto indietro tecnicamente rispetto ai paesi vicini, come Svezia, Norvegia e Danimarca (e purtroppo ce ne siamo accorti dalle ultime amichevoli della nazionale ndr).
Torniamo a parlare della tua vita di tutti i giorni in Finlandia: cosa pensi di questo paese dal punto di vista delle persone, dello stile di vita, della qualità dei servizi...? Hai intenzione di rimanere o nel futuro vorresti tornare in Italia?
Alla domanda ho risposto in gran parte prima, in ogni caso è importante dire che la Finlandia non è una nazione particolare...è proprio diversa in tutto! I finlandesi non si sentono né scandinavi, né europei. La particolarità del loro idioma (non è una lingua indoeuropea ndr) si riflette su tutti gli aspetti della loro vita. La Finlandia la scopri davvero solo quando ci vivi, quando sei in mezzo ai finlandesi, quando entri nei meccanismi che scandiscono le loro giornate, quando comprendi che nulla si ferma neanche con 30 gradi sottozero, e che la tranquillità e la sicurezza per le strade, così come nelle scuole, sono valori e diritti fondamentali ed irrinunciabili. La Finlandia è fiera della sua storia, che in apparenza potrebbe risultare breve e scarna, ma che invece offre spunti unici, così come la natura sconfinata, il rapporto che questo popolo ha con i laghi, le foreste, le aurore boreali, l'avvicendamento (tanto brusco quanto incredibile!) delle stagioni. Insomma, la Finlandia è molto di più che la terra di Babbo Natale o la modernità della capitale Helsinki!
Certo, l'Italia, ed in particolare Reggio Calabria, mi mancano sempre, ma dopo aver viaggiato per molti paesi europei, posso affermare che la Finlandia è il posto migliore che ho visto per poter formare una famiglia e crescere dei figli. Il sistema scolastico e lo stato sociale sono il fiore all'occhiello di questa terra, dunque sono proprio felice di poter dire che non sono qui soltanto "momentaneamente".
E noi ovviamente siamo felici per te! Un'ultima domanda: cosa pensi del blog e della pagina FB "Calcio finlandese" e che consigli ci puoi dare per aiutarci a crescere ancora?
All'inizio ero un po' sorpreso, perché non è facile immaginare italiani fan del calcio finlandese, ma proprio la sorpresa iniziale mi ha fatto seguire con interesse le vicende di questa pagina Facebook. Il lavoro che c'è dietro è di tutto rispetto, informazioni sempre puntuali e precise, un punto di vista obiettivo e realistico, nonostante la distanza. Consigli per crescere? Più spazio al movimento ultras e più interviste con i protagonisti di questo campionato unico. Unico come la Finlandia!
Grazie mille Domenico per questa bellissima chiacchierata. Speriamo di poterti venire a trovare presto a Seinäjoki!
Grazie a voi e sempre forza SJK! Terveisiä italialaisille Suomesta! Heippa! (Saluti agli italiani dalla Finlandia! Ciao!)