martedì 30 ottobre 2012

HJK campione!

E' stata una Veikkausliiga indubbiamente più equilibrata rispetto a quella dello scorso anno, ma il verdetto non è cambiato: a laurearsi campione di Finlandia, infatti, è stato nuovamente l'HJK Helsinki (nella foto, il capitano Wallén solleva il trofeo al termine della partita contro il JJK). Per la squadra di Muurinen, che dopo 5 anni lascia la panchina del Klubi come meglio non si potrebbe, è il titolo numero 25, il quarto consecutivo, a dimostrazione di uno strapotere ormai consolidato a livello nazionale.
Miglior attacco, miglior difesa, maggior numero di vittorie, minor numero di sconfitte. A livello numerico, il titolo dell'HJK non fa una grinza. Eppure alla 21a giornata, dopo il tracollo contro il Lahti, ben pochi avrebbero scommesso sulla formazione biancoblu, che nelle precedenti 9 gare aveva raccolto solo 7 punti, con Muurinen a un passo dall'esonero. E invece la squadra si è rimboccata le maniche e, nelle ultime 12 partite, ha conquistato 30 punti sui 36 disponibili, frutto di 9 vittorie e 3 pareggi, che le hanno permesso di (ri)aggiudicarsi il campionato.
L'Inter Turku, principale candidata a contrastare il Klubi, ci ha provato fino alla fine, ma ha pagato un deludente finale di stagione (11 punti nelle ultime 9 gare) e alla fine si è dovuto "accontentare" del secondo posto. A due giornate dalla fine l'undici di Dragtsma era a -1, ma il pareggio contro il TPS nel derby e il contemporaneo successo dell'HJK sul Lahti obbligava i "sinimustat" a sperare in un miracolo all'ultima giornata: al distacco di 3 punti a 90 minuti dal termine, infatti, si aggiungeva anche la peggiore differenza reti, che avrebbe costretto l'Inter a battere l'Honka e augurarsi che il JJK sconfiggesse l'HJK con uno scarto considerevole. Calcoli complicati e spazzati via già dopo 20 minuti, quando la capolista chiudeva i giochi portandosi sul 3-0 a Jyväskylä, grazie alle reti di Mannström, Schüller e Pohjanpalo. Poi ancora il golden boy e la doppietta di Sadik fissavano il risultato finale sul 6-3.

Sarà dunque ancora l'HJK a rappresentare la Finlandia nella prossima Champions League, mentre le due squadre di Turku (Inter e TPS) assieme all'Honka, vincitrice della Suomen Cup, giocheranno l'Europa League.

Il campionato doveva anche emettere il verdetto in coda: Jaro e Haka, infatti, si giocavano la permanenza in Veikkausliiga distanziate di un solo punto. Alla fine entrambe, nell'ultimo turno, hanno vinto le rispettive partite contro TPS e VPS, decretando quindi la retrocessione della squadra di Valkeakoski, che la prossima stagione verrà rimpiazzata dal RoPS, prontamente tornato nella massima serie dopo essersi aggiudicato l'Ykkönen con diverse giornate di anticipo.

Classifica finale Veikkausliiga 2012


64 HJK HELSINKI 
58 INTER TURKU
54 TPS TURKU 
51 IFK MARIEHAMN
50 FC LAHTI 
49 MYPA
43 VPS VAASA
43 HONKA FC
40 JYVÄSKYLÄ JK
36 KUPS KUOPIO 
33 FF JARO
32 HAKA FC 

venerdì 26 ottobre 2012

Freddo, silenzio, benessere, Helsinki!

Sarebbe inutile stare qui a raccontare giorno per giorno quello che si è e non si è fatto. Tanto vale, dunque, dividere la mia cinque giorni a Helsinki per macro-argomenti.

- la Lufthansa: i crucchi avranno mille difetti, ma in quanto ad organizzazione ci sanno fare. Check-in tramite terminale in aeroporto, quotidiani, cibo e bevande aggratise. Forse sono l'unico a sorprendersi ma mi perdonerete, sono abituato a Ryanair dove momenti devi pagare anche per andare al cesso.

Il momento atteso dal 1998: Mamo a Senaatintori.
- la città: media per i nostri standard, metropoli per i loro. 500 mila abitanti, un milione considerando le città-satelliti (Espoo, Vantaa etc.), è il cuore pulsante del paese. Non c'è moltissimo da vedere come per esempio a Stoccolma (anche se mezza giornata a Suomenlinna vale davvero la pena), ma è comunque funzionale, tranquilla (non ho mai, MAI sentito un automobilista suonare il clacson) e straordinariamente sicura. In quale altro posto una ragazza bionda, alta e bona con tacchi e pantaloni attillati (giuro) farebbe l'autostop in tutta tranquillità al terminale del porto con un cartello indicante la destinazione? Chissà a farlo a Fontivegge cosa succederebbe. 

- il silenzio: finché lo leggevo sulle guide o in rete non ci credevo, ma ora posso dirlo. I finlandesi sono SILENZIOSI. Sali in tram, non vola una mosca. Passeggi per strada, zero. Vai allo stadio (vedi sotto), il più casinaro ero io quando dicevo "passala" e "bravo". Solo un po' di confusione al mercato coperto, ma niente di che. Il minimo indispensabile.

Non è una favola, è Suomenlinna.
- il calcio: penultima giornata di campionato e ultima in casa per Antti Muurinen, che da queste parti è una leggenda. Anche se devo ancora capire il coro che gli hanno dedicato i tifosi ("sexy football Antti Muurinen". Un calcio sexy com'è?). Comunque: tribuna silenziosa, curva casinara, tifosi del Lahti altrettanto (erano una cinquantina ma sembravano molti di più), dai quali tra l'altro sono riuscito a carpire "HJK paska" ("HJK merda") e, soprattutto, "Haista vittu", che mi ha reso estremamente orgoglioso.
Il modo di vivere il calcio che hanno qui è incredibile: i giocatori arrivano al campo a piedi o in autobus, si fermano a parlare, fare autografi, scattare foto. Entrano dalla porta principale, basta aspettarli. Mäkelä, Okkonen, Pohjanpalo, Wallén, Savage...tutti lì che passano accanto al ciclista o alla coppia di anziani che passeggia. D'accordo, siamo in Finlandia, d'accordo, il campionato è quello che è...ma ho visto giocatori di serie D dalle nostre parti tirarsela molto più di loro.
La sala stampa? Un tavolo e due sedie per gli allenatori, qualcuna in più per i giornalisti, un microfono. Stop. Ed è adiacente al bar. Io l'ho seguita dall'esterno senza che nessuno mi dicesse alcunché. Provate a farlo qui.

Joel Pohjanpalo, campioncino in erba scuola HJK.
- il freddo: quando sono arrivato faceva pioggia mista a neve e credo che la temperatura non sia mai salita sopra i 7-8 gradi. Alle sei cominciava a fare buio e si andava tutto il giorno in giro bardati con cappotto e guanti. Non voglio e non oso immaginare quello che può essere il clima tra un paio di mesi.

- il cibo: premesso che, appena tornato ieri sera, mi sono fatto fuori due etti di spaghetti col pomodoro, non si mangia male. Il salmone e le aringhe ovviamente la fanno da padroni, ma non mancano carne e verdure. Il pane di segale, poi, è incredibilmente buono. Unica pecca: mangiare fuori costa un casino di soldi, ma d'altronde il tenore di vita è alto, quindi ci sta (e nonostante ciò, il gasolio costa 1.5 euro al litro. Ci siamo capiti).

- l'Estonia: una gitarella volante a Tallinn non poteva mancare. Due ore di traghetto e ci si toglie il pensiero. Città molto bella e straordinariamente tecnologica. Centinaia di reti wifi gratuite, cibo buono ed economico, questa piccola nazione sta entrando di prepotenza in quelle con le prospettive migliori in Europa. Da noi l'euro era stato (ed è tuttora) un trauma, per loro rappresenta un'opportunità. Questione di stile e buon governo, considerando anche che il loro debito pubblico è pari al 7% del PIL (come il nostro, più o meno).

Raekoja Plats, Tallinn.

Da Oscar la figura di merda all'ufficio del cambio, dove sono andato per cambiare valuta poiché credevo che si usasse ancora la corona estone.

- il ritorno: ieri, nel tardo pomeriggio, con il solito scalo a Francoforte. Ero in felpa e maglietta a maniche lunghe (con cappotto sottobraccio) e mi hanno accolto la vampa romana, mezz'ora di attesa per ritirare il bagaglio e la Fornero che ci accusa di essere "choosy". Bentornato in Italia, Mamo.

giovedì 18 ottobre 2012

Non è un paese gutturale

E così siamo arrivati alla vigilia dalla mia partenza per la Finlandia. D'accordo, non è proprio una vigilia e d'accordo, sto via solo cinque giorni, ma non potevo pretendere di più in un paese che ha una strana idea di "low-cost". Come tutte le nazioni del nord Europa, tra l'altro.

La passione smodata per la terra dei millemila laghi nacque in terza media. La prof di inglese ci aveva dato l'opportunità di corrispondere con ragazzi di altre nazioni tramite lettere (la mail, da noi campagnoli, doveva ancora arrivare). Io scelsi proprio la Finlandia. Non so perché. Una cosa, però, mi aveva colpito: sulla cartina, guardando le varie città, mi sarei aspettato, essendo in nord Europa, di trovare nomi, per così dire, "gutturali". Invece vado a guardare e leggo Rovaniemi, Lahti, Kemijärvi, Jyväskylä...E che è?

Helsinki non è poi così bislacco, come nome.  E nemmeno come città, mi auguro.

Col senno di poi e studiando l'origine della lingua ora lo so, ma 14 anni fa tutti quei nomi bislacchi mi avevano incuriosito. Così iniziai la mia corrispondenza, che durò più o meno tre anni, con un ragazzo di un paesino della Finlandia centrale. E da lì poi cominciarono le ricerche su popolazione, lingua, costumi, eccetera (anche se l'esistenza dei Dudesons l'ho appresa soltanto 2 giorni fa).

Ho imparato così che i finlandesi sono uniti da meno tempo di noi (1918); che vanno orgogliosi della propria lingua, come una sorta di identità nazionale; che il finlandese non è una lingua indoeuropea ma ugro-finnica e che, estone a parte, non trova nessun riscontro diretto con alcun idioma al mondo (l'ungherese dovrebbe azzeccarci qualcosa, ma ormai non sono più mutuamente intellegibili perché hanno avuto evoluzioni completamente differenti); che molti dei nomi buffi che leggevo a 14 anni sono la traduzione di luoghi geografici (koski = rapide, niemi = capo, lahti = baia, saari = isola, järvi = lago, joki = fiume) e che molti cognomi sono formati proprio da quel nome più il suffisso -nen, segno di un rapporto con la natura imprescindibile; ho imparato che i finlandesi parlano poco, anzi quasi per niente; ho imparato che l'alcool e i suicidi sono una triste piaga sociale che li affligge, ma che c'è anche tanto benessere e i servizi pubblici lassù funzionano, e anche bene; ho imparato che in Finlandia si disputa il campionato mondiale di trasporto della moglie, quello di lancio del telefonino, e che la specialità culinaria nazionale è il kalakukko, ovvero pane di segale ripieno di pesciolini e altra roba. Sarà il rimpianto più grande della mia vita, ma dubito che lo assaggerò.

E gli sport nazionali? Ho imparato pure quelli, tranquilli: hockey, sci, atletica e pesäpallo, una specie di baseball. Senza contare l'automobilismo e il rally, che da questo piccolo paese tira sempre fuori ottimi piloti. E il calcio? Seguito poco, ma gli appassionati ci sono. E il 22 mi godrò anche la mia prima partita di Veikkausliiga. Livello scarno, più o meno una C2 de noaltri, vediamo un po' che esce fuori.


Non è un uovo di Pasqua, ma il kalakukko. Io preferisco 'l pregiutto.

In conclusione, si tende sempre ad idealizzare un posto che hai visto soltanto in tv o al pc, quindi non so cosa mi aspetta di preciso. Il mio programmino tuttavia l'ho già fatto, poi a fine vacanza si tireranno le somme.
Una cosa però è certa: una volta tornato a casa, il primo compito da svolgere sarà mangiare gli spaghetti col tonno. Per il kalakukko se ne riparlerà.

sabato 13 ottobre 2012

Road to Brazil 2014 / 1



Weekend dedicato alle qualificazioni mondiali e la Veikkausliiga, il massimo campionato finlandese, ha riposato come tutte le altre leghe europee. Solo che in Finlandia siamo a fine stagione e mancano tre turni alla conclusione del torneo. Un torneo estremamente equilibrato, se è vero che le tre squadre di testa sono racchiuse in altrettanti punti. HJK, Inter Turku e TPS ne hanno infatti, rispettivamente, 55, 54 e 53, e a 270 minuti dal termine tutto può succedere. E, con mia grande soddisfazione, di questi 270 minuti ne vivrò 90 dal vivo, visto che il prossimo 22 ottobre sarò al "Sonera Stadion" per HJK-Lahti.

Capitolo nazionale maggiore. Dopo la magra figura rimediata nelle qualificazioni ad Euro 2012, al tecnico Paatelainen, ex gloria del calcio finnico che ha fatto poi fortuna in Gran Bretagna (Dundee, Aberdeen, Bolton Hibernian) e che dal 2011 è il selezionatore della squadra, non era certo richiesta la qualificazione a Brasile 2014. D'altronde, in un girone con Francia e Spagna, non si poteva pretendere chissà cosa. Tuttavia, dopo qualche buona amichevole, con tanto di vittorie contro compagini ben più blasonate come Turchia e Repubblica Ceca, quello che i tifosi si aspettavano era, se non altro, un terzo posto nel girone che sarebbe stato senz'altro di buon auspicio per Euro 2016, torneo che, ricordiamo, qualificherà 24 squadre.

Dopo la sconfitta contro la Francia ad Helsinki dello scorso 7 settembre (ci poteva stare e come, anche se le occasioni per pareggiare non sono mancate), contro la Georgia, sempre all'Olympiastadion (ma stavolta desolatamente semivuoto, appena 12mila spettatori), la vittoria era d'obbligo, sia per il morale che per la classifica. Ne è uscito invece un pareggio abbastanza deludente, frutto di una prestazione poco lucida e non certo convincente da parte della squadra. Georgia che si era portata addirittura in vantaggio con Kashia su azione di corner al 57' e che, due minuti dopo, era in superiorità numerica per l'espulsione di Alexei Eremenko, reo di un fallo di mano da pollo. Per fortuna ci ha pensato Hämäläinen a rimettere il risultato in parità, ma l'1-1 non può soddisfare Paatelainen e, con lui, tifosi e addetti ai lavori.

La classifica dice che la Finlandia ha giocato 2 delle 4 partite che aveva in casa, raccogliendo soltanto 1 punto. E se è vero che la Georgia è terza a quota 4, seppur con una partita in più, è altrettanto vero che, se si continuano a mancare occasioni del genere, la piazza d'onore del gruppo sarà difficilmente raggiungibile.

I prossimi impegni prevedono un'amichevole contro Cipro il 14 novembre poi, il 22 marzo 2013, la sfida proibitiva in casa dei campioni spagnoli. La sola speranza è che non finisca in goleada.